Perché gli Stati Uniti non riescono mai a dire no a Israele?

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L’8 dicembre 2023 è un giorno che vivrà nell’infamia. Gli Stati Uniti hanno fatto la storia peggiore, sfruttando il loro seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per porre il veto a una risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza. La risoluzione è stata avanzata dagli Emirati Arabi Uniti (un partner degli Stati Uniti) e sostenuta da più di 90 Stati membri. Ha inoltre goduto di un sostegno preponderante nella “camera alta” privilegiata dell’organizzazione globale, il Consiglio di Sicurezza, dove 13 dei suoi 15 membri erano a favore (mentre il Regno Unito si è astenuto, abdicando, ancora una volta, alla propria sovranità a favore degli Stati Uniti). Gli storici futuri si chiederanno come ciò sia accaduto. Come potrebbe la nazione più potente del mondo, che afferma di guidare non solo con la forza ma anche con i “valori”, schierarsi dalla parte degli autori israeliani di un crimine così palese e oltraggioso, violando apertamente gran parte della comunità internazionale? Alcuni si porranno addirittura la domanda più cinica come mai l’America, anche se le sue élite sono del tutto prive di etica, possa arrecare così tanto danno a se stessa. La risposta più semplice, quasi tecnica, a questa domanda ha a che fare con un’ironia storica. L’America deve il suo potere di veto – in quanto uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – a ciò che accadde durante la Seconda Guerra Mondiale. E sebbene la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto tedesco contro gli ebrei (soprattutto) europei non siano la stessa cosa, fanno parte della stessa storia. Molto orgoglio degli Stati Uniti è stato investito nell’essere tra le potenze che hanno abbattuto la Germania, lo stato perpetratore dell’Olocausto. Eppure eccoci qui: gli stessi Stati Uniti stanno ora usando proprio quel veto non solo per proteggere un altro stato genocida ma per aiutarlo a continuare il suo crimine.