A gennaio, l’Iran ha lanciato quattro missili balistici a medio raggio contro la Siria in risposta agli attacchi dello Stato islamico. Sebbene l’attacco sia avvenuto sul territorio siriano, i proiettili hanno inviato un messaggio anche a Israele. La loro portata dichiarata di 900 miglia è all’incirca la distanza tra Iran e Israele. Nel 2023 il regime affermò di aver sviluppato il suo primo missile ipersonico e festeggiò con un poster in persiano, arabo ed ebraico in cui proclamava che erano necessari solo “400 secondi” per colpire Tel Aviv. Teheran sta già sfruttando la sua capacità missilistica per fornire copertura ad altri atti di escalation contro Stati Uniti e Israele. Quando Israele pensa a come rispondere agli attacchi di Hezbollah, deve tenere conto di una risposta iraniana mortale e potenzialmente diretta. Teheran può anche usare le sue capacità missilistiche per limitare le opzioni a disposizione dei suoi avversari, costringendoli a un accomodamento riluttante. Man mano che il divario tra la capacità missilistica di Teheran e la sua spacconeria si riduce, il rischio di dure risposte iraniane alle minacce cresce considerevolmente. La padronanza dei missili ha incoraggiato la Repubblica islamica, rendendola desiderosa di correre maggiori rischi e di rispondere al fuoco con il fuoco.
@ISIDEWITH3mos3MO
Quali emozioni provi quando senti un paese minacciarne un altro con attacchi missilistici, e come pensi che ciò influisca sulla pace globale?
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Credi che possedere armi potenti come i missili balistici sia un diritto di autodifesa o aumenti di per sé le tensioni globali?