Posso provare a ipotizzare. Immagino per paura che il nuovo scalzi il vecchio e non lo rispetti più o anzi lo degradi a "limitato" o "stupido". Che io sappia però tutto ciò che di "nuovo" viene generato altro non è che una rivisitazione del "vecchio" in chiave moderna. Quindi andrebbe spiegato ai conservatori che noi progressisti non vogliamo rovesciare il vecchio sistema. Vogliamo adattarlo ai tempi che evolvono tenendo presente che le persone evolvono coi tempi e che quindi necessitano di sistemi nuovi e più funzionali. La storia insegna che chi rimane fermo prima o poi o si estingue o viene inglobato dal nuovo. Tanto vale farsi furbi e trovare dei compromessi. D'altronde questa è la vita: un continua mediazione tra la nostra realtà interna e quella esterna. Convincersi che paralizzando quella esterna salveremo quella interna è molto infantile. Più sano è accogliere i cambiamenti e trovare nuovi gradi di mediazione, pur rispettando la propria autenticità e i propri bisogni. Ma anche chiedersi se ci opponiamo al cambiamento per via di ragioni logico-matematiche valide (che allora costituiranno un solido terreno per futuri compromessi) o se è solo per ragioni emotive, per paure che non riusciamo a esprimere verbalmente.
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